Angeli caduti
La tengo fra le braccia.. quanto tempo è passato dall'ultia volta? Non mi ricordo, o forse non voglio ricordare, è trascorsa una vita.
Dice di chiamarsi Simona, non credo che sia il suo vero nome, ma non importa, il suo profumo è reale, il calore della sua pelle mi brucia il cuore, sento che mi stringe più forte.
Chiudo gli occhi, devo farlo.
Ha un sorriso che toglie il respiro, e quando mi guarda mi fa sentire bene, mi fa dimenticare tutto il marcio che c'è nella mia vita. Vorrei dirglielo ma non capirebbe, devo trovare delle parole semplici perchè non parla bene l'italiano. Ma le carezze non hanno bisogno di essere tradotte. Seguo la linea del suo viso, le passo una mano fra i capelli e non riesco a staccare gli occhi dai suoi. Lei sorride e dice "Tuoi occhi molto pericolosi!". Quando le chiedo perchè sorride di nuovo, ma non riesce a spiegarsi allora indica i miei occhi e poi il suo cuore.
Lei non vuole che la guardi in quel modo e allora abbasso lo sguardo. Lei mi solleva il mento e dice " Tu guardare me così ancora, per favore". E' una pugnalata, nessuna mi ha mai detto una cosa del genere.
"Tu molto dolce, non come altri". Non me ne frega niente se lo dice a tutti o se le è venuto così. Non mi importa, in quel momento momento è lì con me, per dieci minuti è la mia ragazza.
Si, per 10 minuti e 50 euro lei sta con me perchè Simona lavora in un locale di lap-dance. Per dieci minuti stacco la spina. Il mondo finsce dietro le tende del privè, tutto quello che c'è al di fuori cessa di esistere. E' tutta una finzione.
Io sono un cliente, lei vende la sua bellezza.
Il tempo è finito. Un ragazzo grasso con gli occhiali apre le tende che fino a poco fa racchiudevano un'intimità fasulla ma concreta.
Lei si scioglie dal mio abbraccio ma non stacca gli occhi dai miei.
Vorrei andare al banco per un'altra birra, a volte quella sete antica che mi ha perseguitato per troppo tempo torna subdola e affascinate.. non voglio tornare a bere.
Pago ed esco senza voltarmi. So che lei mi stà lanciando delle occhiate furtive mentre flirta con un altro cliente, me li sento sulla schiena.
Mentre salgo in auto accendo un'altra sigaretta e quando la porto alle labbra sento ancora il suo profumo sotto le dita.
Tanto meglio, ilviaggio verso casa è lungo. Mi terrà compagnia.
Dice di chiamarsi Simona, non credo che sia il suo vero nome, ma non importa, il suo profumo è reale, il calore della sua pelle mi brucia il cuore, sento che mi stringe più forte.
Chiudo gli occhi, devo farlo.
Ha un sorriso che toglie il respiro, e quando mi guarda mi fa sentire bene, mi fa dimenticare tutto il marcio che c'è nella mia vita. Vorrei dirglielo ma non capirebbe, devo trovare delle parole semplici perchè non parla bene l'italiano. Ma le carezze non hanno bisogno di essere tradotte. Seguo la linea del suo viso, le passo una mano fra i capelli e non riesco a staccare gli occhi dai suoi. Lei sorride e dice "Tuoi occhi molto pericolosi!". Quando le chiedo perchè sorride di nuovo, ma non riesce a spiegarsi allora indica i miei occhi e poi il suo cuore.
Lei non vuole che la guardi in quel modo e allora abbasso lo sguardo. Lei mi solleva il mento e dice " Tu guardare me così ancora, per favore". E' una pugnalata, nessuna mi ha mai detto una cosa del genere.
"Tu molto dolce, non come altri". Non me ne frega niente se lo dice a tutti o se le è venuto così. Non mi importa, in quel momento momento è lì con me, per dieci minuti è la mia ragazza.
Si, per 10 minuti e 50 euro lei sta con me perchè Simona lavora in un locale di lap-dance. Per dieci minuti stacco la spina. Il mondo finsce dietro le tende del privè, tutto quello che c'è al di fuori cessa di esistere. E' tutta una finzione.
Io sono un cliente, lei vende la sua bellezza.
Il tempo è finito. Un ragazzo grasso con gli occhiali apre le tende che fino a poco fa racchiudevano un'intimità fasulla ma concreta.
Lei si scioglie dal mio abbraccio ma non stacca gli occhi dai miei.
Vorrei andare al banco per un'altra birra, a volte quella sete antica che mi ha perseguitato per troppo tempo torna subdola e affascinate.. non voglio tornare a bere.
Pago ed esco senza voltarmi. So che lei mi stà lanciando delle occhiate furtive mentre flirta con un altro cliente, me li sento sulla schiena.
Mentre salgo in auto accendo un'altra sigaretta e quando la porto alle labbra sento ancora il suo profumo sotto le dita.
Tanto meglio, ilviaggio verso casa è lungo. Mi terrà compagnia.
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