Quella volta che uccisi Babbo Natale ( seconda parte )
Un fiocco di neve si infilò nel colletto della giacca riportandolo bruscamente alla realtà.
Qualcosa bruciava agli angoli degli occhi.
La sua mano infilata nel guanto strinse la maniglia della porta degli uffici sul lato dell'edificio che stava controllando. Un controllo normale. La maggior parte degli allarmi era provocato da stronzate simili, finestre o porte non chiuse a chiave, dimenticanze banali.
La scrollò. Chiusa.
Indugiò sulla soglia, mano ancora agganciata alla maniglia. Incontrò la sua immagine riflessa sulla superfice a vetri della porta. Gli rispose il fantasma di se stesso, avvolto dai vapori del suo respiro.
Spalle cadenti, barba di due-tre giorni, viso dal colorito giallognolo, sigaretta in bilico in un angolo della bocca, divisa sformata, occhi cerchiati, spenti..
Ebbe un gesto di repulsione. Ritirò il braccio di scatto, come se fosse stato attraversato dalla corrente, come se avesse toccato qualcosa di infetto.
Non era quello che si era immaginato quando era piccolo, non era come si era immaginato mentre stava seduto sui banchi di scuola.
Qualcosa bruciava agli angoli degli occhi.
La sua mano infilata nel guanto strinse la maniglia della porta degli uffici sul lato dell'edificio che stava controllando. Un controllo normale. La maggior parte degli allarmi era provocato da stronzate simili, finestre o porte non chiuse a chiave, dimenticanze banali.
La scrollò. Chiusa.
Indugiò sulla soglia, mano ancora agganciata alla maniglia. Incontrò la sua immagine riflessa sulla superfice a vetri della porta. Gli rispose il fantasma di se stesso, avvolto dai vapori del suo respiro.
Spalle cadenti, barba di due-tre giorni, viso dal colorito giallognolo, sigaretta in bilico in un angolo della bocca, divisa sformata, occhi cerchiati, spenti..
Ebbe un gesto di repulsione. Ritirò il braccio di scatto, come se fosse stato attraversato dalla corrente, come se avesse toccato qualcosa di infetto.
Non era quello che si era immaginato quando era piccolo, non era come si era immaginato mentre stava seduto sui banchi di scuola.
Era tutto così senplice allora.
Voleva diventare un eroe, voleva fare qualcosa di grande. Era destinato a compiere un'impresa. Avrebbe lasciato un segno del suo passaggio, non sarebbe svanito nel nulla.
Ma stava già scomparendo, quello che era stato nel suo cuore era solo un'ombra diafana, indistinta.
Sete..
Aveva ricominciato a bere.
Stava infilando la testa nel letamaio dell'alcolismo, consapevolmente, freddamente. Non gliene fregava più un cazzo di niente. Almeno finchè durava la sbronza non sentiva gli scricchiolii dell'anima, non doveva raccogliere i pezzi , rimmetterli insieme. Non aveva nessuno per cui vivere, qualcosa per trascinarsi fino a sera. Provava pena per se stesso. Non voleva sentire nessuna di queste voci, le affogava nell'alcol, dosi massicce. Certe sere sembrava che non bastasse mai, l'eco della sua condizione galleggiava sopra la birra e il Jack Daniel's. Relitti che rimangono comunque a galla dopo un naufragio.
Voleva diventare un eroe, voleva fare qualcosa di grande. Era destinato a compiere un'impresa. Avrebbe lasciato un segno del suo passaggio, non sarebbe svanito nel nulla.
Ma stava già scomparendo, quello che era stato nel suo cuore era solo un'ombra diafana, indistinta.
Sete..
Aveva ricominciato a bere.
Stava infilando la testa nel letamaio dell'alcolismo, consapevolmente, freddamente. Non gliene fregava più un cazzo di niente. Almeno finchè durava la sbronza non sentiva gli scricchiolii dell'anima, non doveva raccogliere i pezzi , rimmetterli insieme. Non aveva nessuno per cui vivere, qualcosa per trascinarsi fino a sera. Provava pena per se stesso. Non voleva sentire nessuna di queste voci, le affogava nell'alcol, dosi massicce. Certe sere sembrava che non bastasse mai, l'eco della sua condizione galleggiava sopra la birra e il Jack Daniel's. Relitti che rimangono comunque a galla dopo un naufragio.
C'era stato l'incidente, qualcosa che avrebbe potuto risolvere tutto questo, ma quella volta l'alcol non centrava niente.
Si era addormentato al volante tornando a casa dal lavoro. Era successo in piena curva, aveva centrato un palo telefonico tranciandolo di netto, l'auto si era girata ed era uscita di strada. L'urto aveva sbalzato il suo corpo inerte verso l'alto. Se l'era cavata con sei punti sulla testa, urtando contro il montante della portiera e crollando privo di sensi sul sedile del passeggero. Non ricordava nulla del trasporto in ospedale e della settimana successiva aveva solo qualche fotogramma sfuocato. Niente ossa rotte, nessun organo lesionato. La tac non aveva rivelato ematomi nella zona suturata. Qualcuno che aveva visto quello che restava dell'auto e si domandava come potessi essere ancora vivo.
Si ritrovò a desiserare un finale diverso, non avrebbe dovuto uscire vivo da un botto del genere.. qualcuno lo avrebbe pianto ma poi sarebbe stato inghiottito con tutti gli altri nella geenna buia dei dimenticati.
Si costrinse a reagire, a non pensare. Erano pensieri e desideri pericolosi da fare in una notte simile. Potevano spingerlo verso il punto di non ritorno, verso il pozzo oscuro della pazzia. Il budello viscido della demenza.
Qualcuno o qualcosa poteva essere in ascolto.
( continua )
4 Comments:
i personaggi...le emozioni e gli stati d'animo prendono forma! E' come essere lì....trovarsi nel vestibolo...sulla soglia:
ti sto guardando
ti sto osservando!
Sei davvero bravo... - FENIX
ogni volta che leggo qualcosa su questo blog, devo prepararmi psicologicamente per delle grandi emozioni...
regalare emozioni alle persone è la cosa che ti viene meglio...
sei troppo valido...
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I'm impressed with your site, very nice graphics!
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